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Il benessere dei bambini nei paesi ricchi (work in progress)

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Una interessante e utile ricerca è stata presentata nei giorni scorsi dal Centro Ricerca Innocenti, sostenuto dall’Unicef,  sul livello del benessere dell’infanzia nei paesi ricchi. Una ricerca che ci aiuta a riflettere sulle condizioni dell’infanzia che, nelle nostre società ricche,  spesso non viene considerata, convinti come siamo che tutto sommato nelle nostre società occidentali non abbiamo emergenze comparabili come quelli dei tanti sud del mondo ancora alle prese con la povertà e l’elevato tasso di mortalità. Questo è vero dal punto di vista del benessere strettamente materiale ma sicuramente l’infanzia occidentale ha subito una profonda trasformazione o manipolazione, come preferiamo chiamarla,  nel senso che abbiamo contribuito alla “scomparsa” dell’infanzia, ben descritta nella tesi di Neil Postman, denunciando la progressiva adultizzazione precoce avvenuta soprattutto attraverso la potente invasività della televisione e dei modelli di consumo ad essa collegata, che hanno contribuito a ridurre la distanza tra generazioni ridotte, oggi, sostanzialmente a tre: primissima infanzia, la senilità e in mezzo, per un lungo periodo, la figura del bambino adulto. Ma come e perché valutare il benessere dei bambini. Il benessere è considerato come un concetto multidimensionale che può essere analizzato e misurato tramite l’uso di vari indicatori.  La letteratura definisce  il benessere  un processo che coinvolge  tutti gli aspetti della vita del bambino utili e necessari al processo di crescita: benessere fisico, mentale, sociale, emotivo ed economico.  In particolare  sono tre le dimensioni sulla quale misurare il “benessere” dei bambini: condizione economica, salute e istruzione. In Europa è stata aggiunta una ulteriore dimensione: l’esclusione sociale,  a dimostrazione che questa dimensione riguarda  quei Paesi che hanno raggiunto significativi risultati sotto il profilo della sopravvivenza dell’infanzia. In questi Paesi inoltre  l’attenzione si è spostata dal benessere materiale al benessere  emotivo, psicologico e cognitivo.  Quindi come possiamo osservare il benessere dell’infanzia viene vista e misurata in modo diverso fra i Paesi ricchi e i Paesi poveri. Gli indicatori di benessere variano in funzione  della collocazione dei Paesi  nei vari stati dello sviluppo umano. I Paesi poveri hanno la necessità di misurare  la sopravvivenza  infantile, la denutrizione, la mortalità, i tassi di scolarità, mentre i Paesi ricchi devono misurare i tassi di mortalità per età diverse  oppure  i tassi di scolarità all’età di sedici anni e così via. La cosa positiva è che gli indicatori via via utilizzati  stanno diventando progressivamente sensibili allo sviluppo e come tali si confrontano sulla base dell’effettiva situazione socio economica di ciascun Paese. In questo modo la valutazione del benessere è riferita alla condizione dello sviluppo umano di ciascun territorio. dimensione infanzia Gli indici del benessere dell’infanzia Gli indici presentati nelle tabelle a seguire  sono quelli più comunemente utilizzati perchè costituiscono la rappresentazione più vicina e completa dei diversi indici sviluppati per monitorare il benessere dell’infanzia, in questo caso, nella regione del Mediterraneo.  Sono indici (primi cinque) costruiti per misurare il benessere del bambino a livello nazionale. Gli ultimi quattro si concentrano sulla misurazione internazionale  del benessere dei bambini. Nuova immagine   Nuova immagine   Come viene misurato il benessere   Come viene misurato il benessere                                           Il benessere dei bambini nei paesi ricchi : i dati dell’Italia Il report presenta un quadro a dir poco problematico. Il nostro paese ricopre il 22° posto su 29 Stati, nella graduatoria. prima di noi ci sono Spagna, Ungheria e Polonia.  Questo dato riflette la crisi del paese che non è solo economica ma di valori, convivenza. Non è giustificata questa posizione per un Paese che, nel bene o nel  male, fa parte del G8 e vuole condizionare la EU. Rispetto alle cinque dimensioni  del benessere misurate nel rapporto l’Italia si trova sempre nella metà inferiore della classifica.

  1. Benessere materiale  23° su 29
  2. Salute e sicurezza 17°
  3. Istruzione 25° 
  4. Comportamenti e rischi 25°
  5. Condizioni abitative e ambientale 21°

Ci troviamo dunque nella terza fascia, la più bassa, della classifica sulla povertà infantile con il 17% dei bambini che vivono sotto la soglia di povertà. VERAMENTE INACCETTABILE! Proseguendo nell’analisi  del rapporto  l’Italia risulta essere il paese con il tasso più elevato tra i paesi industrializzati, dopo la Spagna, di giovani che non lavorano e non studiano (NEET : Not in Education, Employment or Training). L’11 % dei nostri giovani tra 15 e 19 anni non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano la formazione. Il bullismo sembra diminuito (-60% dagli anni 2000 ad oggi). Su questo siamo virtuosi nel senso che registriamo il minor tasso di bambini che  dichiarano di aver subito atti di bullismo (11%).Negativa la percentuale di bambini che fanno quotidianamente  esercizio fisico (meno di 1 su 10). Gravidanze in età adolescenziale ci collochiamo al quart’ultimo posto. Sul versante dell’uso e abuso di alcool i giovanissimi italiani risultano sobri nel bere , ma fumano molto (22° posto per tasso di fumo tra gli adolescenti). Abbiamo un basso tasso di mortalità infantile (9° posto), mentre per inquinamento atmosferico i bambini italiani sono quelli più esposti (26° posto).   Tasso di povertà infantile                                   Siti web per approfondire: Organizzazione Mondiale della Sanità: www.who.int/ceh/indicators/en/ Unicef:  www.unicef.org OECD: http://www.oecd.org/education/

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