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Un tetto per tutti

Un Tetto per Tutti© è un progetto promosso da TimeForAfrica nel quadro del programma di sviluppo e promozione delle tecnologie appropriate. Il progetto nasce anche dall’incontro con l’impresa edile Dussin & Figli con la quale abbiamo costituito una partnership per promuovere questo sistema di costruzione facile e sostenibile da poter realizzare in Africa e non solo. Si tratta di una tecnica che è stata riconosciuta ed approvata dagli uffici italiani competenti e come tale è possibile utilizzarla nei vari contesti. Dopo averla  presentata  fiera internazionale di Maputo (Facim) 2012, nei prossimi mesi verrà aperto un cantiere pilota in Mozambico nel distretto di Matutuine, per  la realizzazione del  centro di accoglienza “Formidabili quei nonni”© che si  prenderanno cura dei bambini orfani e abbandonati che vivono nei villaggi  di Mabilibili, Mudada e Mudissa .
Chi fosse interessato ad approfondire o a sostenere il progetto ci contatti attraverso la mail  info@timeforafrica.it
A cura di Desirée De Antoni e  Cristina Franzil *
Filosofia d’intervento
“Promuovere un’architettura moderna e sostenibile nei Paesi in Via di Sviluppo”: questa è la motivazione profonda della proposta progettuale, una proposta che comporta una certa responsabilità, un valore etico-sociale in cui l’architettura è un modo per migliorare le condizioni abitative di molti popoli, contribuendo allo stesso tempo, ad uno sviluppo sostenibile. Nei PVS, la crescente richiesta di alloggi è strettamente connessa alla rapida e convulsa espansione delle città, con la conseguente formazione di baraccopoli (slums) ma anche di villaggi lontani dai centri urbani. In entrambi i casi le abitazioni presenti non sono salubri e implicano condizioni abitative precarie.L’intento del progetto, pertanto, è quello di soddisfare l’ingente domanda di alloggi con l’introduzione di tecnologie costruttive appropriate, a basso costo, con cui poter realizzare abitazioni salubri e allo stesso tempo accessibili economicamente alle famiglie disagiate.
Luogo del progetto pilota è il Mozambico, in particolare una zona rurale vicino alla capitale Maputo.
case tradizionali mabilibiliLa proposta progettuale mira ad introdurre in questi villaggi, tecnologie innovative a basso costo, che si basano sulle tecniche di costruzione tradizionali.L’intento è quello di progettare nuove edificazioni che si inseriscano armoniosamente nel contesto edilizio preesistente. Queste costruzioni riflettono i principi del costruire tradizionale basato sulla stretta relazione tra l’uomo, l’ambiente esterno e la cultura locale. Per soddisfare l’ingente richiesta di abitazioni salubri e sicure, il progetto propone una tipologia abitativa semplice realizzata con materiali per la maggior parte presenti in loco. Il progetto prevede inoltre l’impiego di manodopera locale, per favorire la pratica dell’autocostruzione. Una prerogativa del progetto è, infatti, contribuire allo sviluppo della attività connesse all’autocostruzione, incoraggiando e indirizzando queste popolazioni a costruire, in modo autonomo, edifici salubri, duraturi ed economici.
Tipologia abitativa
Il modulo abitativo è costituito da un rettangolo di dimensioni 6×12 m la cui superficie effettiva calpestabile corrisponde a molte delle abitazioni tradizionali familiari di base circolare, presenti in Mozambico.Ogni alloggio è parte di un insieme di altri moduli abitativi che danno vita ad un villaggio circolare al cui centro é collocato un albero, elemento ripreso dalla tradizionale cultura abitativa africana, per la quale esso rappresenta il luogo di ritrovo del villaggio stesso.
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L’abitazione è costituita da una zona giorno che comprende una stanza adibita a cucina e sala da pranzo. Quest’area è collegata direttamente alla veranda, anch’essa elemento spesso presente in alcune delle abitazioni tradizionali del Mozambico. Essa rappresenta una zona-filtro tra spazi chiusi e aperti. La zona notte comprende due camere. La stanza da bagno è adiacente alle camere ma ha un ingresso autonomo rispetto all’abitazione stessa.
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Ogni modulo abitativo ha, al suo interno, un piccolo cortile attorno al quale si affacciano le stanze della casa. Questo spazio verde, seppur ridotto, può essere adibito ad orto e contribuire al sostentamento delle famiglie. Un percorso di larghezza pari ad 1 metro, delinea un lato dell’abitazione e permette l’accesso al cortile. La copertura, ad unica falda inclinata, copre tutta la superficie abitativa tranne il percorso, il piccolo cortile e la stanza bagno. La copertura della stanza con i servizi igienici è piana e comprende una vasca di raccolta per l’acqua piovana.

Tecnologia costruttiva dell’alloggio
L’unità abitativa complessiva copre una superficie totale di 72 m2.La fondazione è continua ed è realizzata tramite un cordolo di sabbia e cemento di sezione rettangolare. Lo spazio fra i cordoli viene riempito da pietre. Sopra il cordolo viene realizzato uno zoccolo in cemento e pietra, su cui poggia l’abitazione, che grazie a questo accorgimento, risulta protetta maggiormente dall’umidità di risalita.
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La struttura principale dell’alloggio è realizzata mediante sacchi di juta o plastica riciclati riempiti di terra e altri materiali lapidei di recupero disponibili in loco. Tale procedimento fa riferimento alla tecnica dell’Earthbagging, di cui l’architetto iraniano-americano Nader Khalili (1936-2008) ne è stato il pioniere. La tecnica consiste nell’impiego di sacchi riempiti di terra che successivamente vengono impilati e pigiati per formare le pareti portanti e i tramezzi dell’alloggio. Nel progetto, le dimensioni dei sacchi utilizzati sono 25×40 cm per uno spessore di 15 cm. Lo spessore dell’involucro esterno e dei tramezzi interni del modulo abitativo corrispondono dunque a 25 cm al grezzo.
Il progetto prevede la possibilità di utilizzare un’intelaiatura in legno rimovibile. Questi elementi favoriscono il contenimento e l’allineamento dei sacchi riempiti di terra utilizzati per il tamponamento e fungono da sagomatura per l’installazione di porte e finestre. Il progetto prevede anche l’installazione di una rete elettrosaldata o similare che viene posizionata su entrambi i lati della parete e collegata tra i due paramenti tramite fil di ferro, creando così un effetto di confinamento dei sacchi. L’involucro viene intonacato esternamente ed internamente con cemento o impasti di terra opportunamente concepiti ed additivati con specifici prodotti per aumentarne la durabilità (gomma di calce idraulica). Lo spessore dell’intonaco esterno ed esterno è di 5 cm e pertanto lo spessore ultimo delle pareti è di circa 35 cm.
Copertura
La copertura segue i principi dell’architetto africano Francis Kéré che   suggerisce la realizzazione di due coperture sovrapposte, tra le quali circola un flusso d’aria che favorisce il comfort climatico interno dell’unità abitativa, grazie al processo di convezione. La copertura ventilata è costituita da una prima copertura orizzontale in tavolato ligneo e da una seconda, ad unica falda, inclinata di 30°. La copertura della stanza con i servizi igienici è piana e comprende una vasca di raccolta per l’acqua piovana.
* CURRICULUM
1.Désirée De Antoni, ingegnere civile, PhD in conservazione dell’architettura di terra. Ha svolto un Internariato presso l’Africa Unit del WHC-UNESCO, collaborando nell’ambito del World Heritage Earthen Architecture Programme (WHEAP). Volontaria della Onlus Time for Africa.
2.Cristina Franzil, architetto, specializzata in architettura solidale e sostenibile. Collaborazione con l’Onlus Time for Africa in campo della progettazione per nuove soluzioni abitative nei paesi in via di sviluppo.

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