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Fashion Urban Lab a Lagos in Nigeria

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Al via il nuovo progetto per lo sviluppo di economie urbane nel quartiere di Orile, a Lagos in Nigeria. Il progetto co-finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia è realizzato in collaborazione con Kinabuti Ethical Fashion, l’Unione  comunità nigeriana della Regione FVG, Baobab, e l’associazione nigeriana Orile Iganmu Progressive Association.
 
Il progetto affronta le questioni collegate alla dimensione umana, sociale ed economica delle persone che, provenienti dalle campagne, si inurbano nelle megalopoli come Lagos. Migliaia di persone per vivere devono inventare modi di sopravvivenza e resilienza, facendo leva su quanto la città e il quartiere possono loro offrire. Il progetto si propone di ricoprire tutte le opportunità che si presentano valorizzando o sfruttando al meglio tutte le risorse locali tipiche di una megalopoli. Spesso questi individui trovano residenza in quartieri fatiscenti, scarsamente infrastrutturati, con una mobilità urbana problematica che limita profondamente la capacità muoversi per ricercare o sviluppare attività produttive, che non siano quelle informali collegate, in genere, al commercio. Le città africane crescono e si moltiplicano ad un ritmo impressionante; si allargano senza sosta, dando vita ad un epocale esodo dalle campagne che appare ineluttabile.
I poveri delle campagne, spesso espulsi dal fenomeno del land grabbing, dalla siccità, dalle guerre o dal sogno di una vita migliore, si riversano nelle metropoli che crescono ad un ritmo vertiginoso. Secondo Un-Habitat entro 20 anni il 60% degli abitanti del continente vivrà in città, contro l’attuale 38%. L’ultimo rapporto della Banca Mondiale ci spiega che per generare crescita economica, queste città devono necessariamente investire in infrastrutture, riformare i mercati del territorio e migliorare le condizioni di vita delle persone e delle imprese. Attualmente le città africane sono tra le più costose al mondo, sia per le imprese che per le famiglie che ci vivono. Anche comparandole con le città di altri sud del mondo, con livelli di reddito simili, sono il 29% più care. Proliferano poi, attorno ad esse, insediamenti informali che non ne favoriscono lo sviluppo economico delle città ma, anzi, al contrario lo limitano.
La città di Lagos, in Nigeria, sede del progetto, rappresenta oltre il 60% delle attività industriali e commerciali della nazione e genera un PIL di 80 miliardi di dollari, che la farebbe diventare l’undicesima economia dell’Africa. E’ una megalopoli che conta oggi circa 21 milioni di persone, una capitale dinamica, attiva ma due abitanti su tre vivono in baraccopoli. La Nigeria, che negli ultimi anni è diventata la più grande economia africana, conta 37 milioni di MPMI (Micro – Piccole Medie Imprese, anche informali), che contribuiscono al 48,5% del PIL, e che rappresentano rispettivamente il 96% di tutte le imprese, il 75% dell’occupazione nazionale e il 13% della produzione manifatturiera. Lagos, capitale economica del paese è anche la capitale dell’Africa sub-shariana della moda, dell’industria musicale e dello show business, basti solo pensare a Nollywood: la terza industria cinematografica più grande al mondo, dopo Hollywood e Bollywood, è nata ed ha sede a Lagos. La città è organizzata in 16 Local Government Areas (LGA) tra cui la LGA di Surulere, a cui appartiene il quartiere di Orile-Iganmu, sede del progetto qui presentato. Dislocato centralmente a nord di Apapa (il porto principale del West Africa), lungo la Lagos-Badagry express way, tra il centro economico e residenziale di Surelere e Yaba (sede delle principali università della capitale) e a 7 km da Victoria Island, il quartiere esclusivo della città. L’area si estende per meno di 10Km² e, secondo i limitati e approssimati dati del Censimento Nigeriano, nel 2006 aveva una popolazione di circa 700.000 abitanti, con una densità stimata di più di 55,000 per Km².
Orile è un’area che accoglie centinaia di povere comunità, conurbate nel corso degli anni a Lagos. In questa località vive oggi oltre 1 milione di persone in condizioni difficili, in minuscole, sovrappopolate baracche di lamiera e muratura, con bassi salari e lavori principalmente informali. Il problema degli abitanti di Orile è quello di poter entrare nel circuito dell’economia formale per intercettare le potenzialità offerte dal dinamico sistema economico della città, riuscendovi potrebbero aver accesso al credito, al sistema di welfare, anche se minimo, migliorare le loro condizioni economiche e sociali. Perché ciò si realizzi è necessario offrire loro opportunità in termini di formazione professionale, imprenditoriale, accesso alle informazioni e alle possibilità offerte dal mercato urbano.
 
 

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