Via Romeo Battistig, 48 - Udine (UD)

Afrodiscendenti italiani cresciuti tra due o più culture

afroro per web

SABATO 11 MAGGIO ORE 17-19 TEATRO SAN GIORGIO DI UDINE
Che cosa significa essere afrodiscendenti in Italia?

Nell’ultimo anno, a partire da un discorso istituzionale fino ad arrivare all’opinione pubblica, si è ampiamente diffusa l’equazione migrante uguale africano.

Giornalisti come Enrico Mentana, piuttosto che figure politiche come il sindaco di Milano Giuseppe Sala, si sono espressi sulla questione migranti identificando quest’ondata migratoria, verso il territorio italiano, come più problematica di quelle precedenti perché composta da un’ampia popolazione proveniente dall’Africa subsahariana, un’ampia popolazione nera.

In questo panorama politico italiano, dove sempre più si è liberi di dare sfogo a ideologie, opinioni, fino a comportamenti, di profonda matrice razzista e xenofoba, esistono ormai più generazioni di uomini e donne, giovani e bambini, che vivono e crescono in Italia in qualità di Italiani, o nuovi italiani come spesso si sente dire.

Nuovi italiani cresciuti tra due o più culture, vivendo spesso una sorta di conflitto identitario che crea una sorta di appartenenza ad un “non luogo”, un’identità complessa a partire dalla quale non si è totalmente  parte della cultura di origine né della cosiddetta cultura di “accoglienza”.

A questa complessità possiamo aggiungere una legge sulla cittadinanza che non solo impedisce la piena inclusione nella società a livello giuridico, ma concretizza l’esclusione sottoponendo i figli della migrazione a processi burocratici che ribadiscono la non appartenenza al luogo in cui vivono: un’appartenenza che ci si dovrebbe veder riconoscere, non concedere.

In questo ensemble di identità create da sé, affibbiate da altri, o ricevute in prestito, qual è la specificità che si lega alla circostanza di essere neri?

Citando Achille Mbembe, se il Nero è storicamente colui che “..nel grande quadro delle specie, generi, razze e classi, non esiste in quanto tale. È un prodotto. Produrre il Nero significa produrre un vincolo sociale di sottomissione e un corpo da sfruttare, un corpo completamente esposto alla volontà di un signore, e dal quale ci sforziamo di ottenere il massimo del rendimento. Il Nero è anche colui sottoposto alla frusta e alla sofferenza in un campo di battaglia in cui si oppongono gruppi e fazioni sociorazzialmente segmentate”. Consapevoli o meno di questa eredità socioeconomica e politica, cosa rappresenta nascere, crescere, vivere in un corpo nero nella realtà sociale e politica italiana?

Eredi di corpi storicamente invisibilizzati e silenziati, qual è lo spazio che occupiamo all’interno della società italiana? Cosa rappresenta la nostra voce? Di più: la nostra voce, esiste? E da che posizione politica e sociale parliamo quando finalmente possiamo prendere la parola?

Se il focus è fin qui la nostra discendenza africana con la quale abbiamo ereditato anche caratteristiche fenotipiche, è importante sottolineare che nessuno di noi è appena questo aspetto identitario, ma si l’intersezione con altre identità sociali fatte di genere, classe, orientamento sessuale e via dicendo.

A partire da questa considerazione, il nostro obiettivo è quello di presentare un’analisi intersezionale degli afrodiscendenti italiani attraverso un breve documentario che possa rispondere alle domande che ci siamo poste sopra.

di Alesa Herrero e Ndack Mbaye
a Vicino/lontano

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