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Il Decamerone Nero

decamerone nero copertina libro

Il Decamerone Nero, Leo Frobenius,
Aragno editore, 20 euro

I 55 racconti qui riuniti furono trascritti, cogliendoli dalla viva voce dei dialli e dei mabo, i cantori africani, dal grande etnologo tedesco Leo Frobenius durante una serie di esplorazioni da lui condotte, dalla Cabilia alle foreste del Togo, tra il 1904 e il 1915: in una epoca in cui l’Africa era ancora quella mitica, non del tutto snaturata dallo sfruttamento coloniale e dall’inserimento entro gli schemi, a essa estranei, della civiltà che noi chiamiamo moderna. Conscio che questa avrebbe ben presto cancellato l’integrità dell’Africa, Frobenius raccolse i resti irripetibili di una preziosa eredità, immortalandoli in tre esemplari raccolte (da esse sono tratte queste novelle, tutte inedite per l’Italia), di cui la prima con lo stesso titolo di Decamerone nero: evidente richiamo all’opera del Boccaccio. Perché, come lo scrittore italiano aveva tentato un sintetico panorama umano in bilico tra due epoche, lo stesso ha fatto Frobenius, collocandosi sullo spartiacque tra vecchio e nuovo. I personaggi, leggendari o mitici, che compongono questo fiabesco affresco africano, costituiscono dunque l’esemplare e multicolore specchio di un mondo ancora intatto. Scorre così, davanti agli occhi e alla nostalgia del lettore, il fiume dell’Africa “antica”, l’Africa dei sogni adolescenti: un’Africa dalle tinte accese, in cui violenza, crudeltà, dolcezza, amabilità, stoltezza e saggezza, convivono e si fondono; e il filo rosso, l’implacabile molla, è l’erotismo. Un erotismo candido, elementare, un puro precipitato come del resto le altre passioni che qui si danno convegno, sempre però sapientemente frenate e corrette dal senso del comico e dal gusto del paradosso. Donne, amanti traditi, sovrani feroci e infidi, guerrieri dall’adamantino coraggio, briganti, la ninfomane, il Ragno, la donna serpente, le Amazzoni, sono le incarnazioni indimenticabili della gioia e del tormento dell’esistere, le molteplici figurazioni di un’unica, grande favolamito, la meraviglia di fronte alle misteriose fonti dell’essere.

 

Leo Frobenius (Berlino 1873 – Biganzolo, Verbania, 1938). Etnologo ed esploratore tedesco. Fu uno dei maggiori studiosi della storia dell’Africa e dei costumi delle sue popolazioni.
Nel 1932 cominciò a insegnare antropologia culturale all’Università di Francoforte sul Meno; dal 1934 in poi diresse il Museo Nazionale di Etnologia della stessa città. Frobenius fu il primo a proporre la teoria dei “cicli culturali” per spiegare l’evoluzione e la diffusione delle diverse culture umane. La sua teoria, peraltro controversa, paragonava l’evoluzione culturale alla vita umana, identificandovi una fase giovanile, caratterizzata dal coinvolgimento emotivo (Ergriffenheit), una fase di maturità, caratterizzata dall’espressione (Ausdruck) e una fase di senescenza, caratterizzata dall’applicazione (Anwendung). Negli anni compresi fra il 1904 e il 1935, Frobenius condusse diverse spedizioni in Europa e in Africa, al fine di studiare i grandi centri dell’arte preistorica, di cui era un profondo conoscitore. Lasciò numerosi scritti, fra cui Probleme der Kultur (1899-1901).

 
 

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