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Global Slaverry Index: anche l'Italia ha i suoi schiavi

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The Global Slavery index 2015 – alcune considerazioni

Il 30 maggio 2016, Walk free Foundation – una ong australiana – ha pubblicato il global slavery index, il report in cui sono stati sintetizzati i risultati dell’indagine sulla schiavitù moderna, ano di riferimento 2015.

Sin dall’incipit, si dichiara che la schiavitù è un fenomeno esteso a tutti i continenti e che interessa 45.8 milioni di persone in tutto il mondo, 10 mln in più rispetto al dato stimato per l’anno 2014. Devono essere intese come manifestazioni della moderna schiavitù la manodopera a basso costo o non pagata, impiegata nelle fabbriche, nei lavori agricoli o nei lavori domestici, la tratta di bambini, ragazzi e donne venduti per essere sfruttati sessualmente, i bambini-soldato, le persone nate in servitù, il traffico di organi. La manodopera a basso costo o non pagata, infine, è per lo più impiegata nella produzione di beni di consumo che alimentano i mercati occidentali (Europa, Usa, Australia, Giappone)

La Corea del Nord è il paese in cui si registra la maggiore diffusione del fenomeno con un 4,37% della sua popolazione costretta i condizione di schiavitù, pari ad un abitante su venti. E’ anche il paese con la più debole risposta del governo, in riferimento alle misure e alle azioni intraprese per combattere la schiavitù moderna. Il secondo paese con la più alta percentuale di abitanti schiavizzati è l’Uzbekistan (3,97%), dove la popolazione è costretta dal governo alla raccolta forzata del cotone, seguito dalla Cambogia (1,65%).

In termini assoluti, l’India è il paese che conta il maggior numero di abitanti sottoposti a schiavitù, con circa 18.3 milioni di persone oppresse in questa condizione. E’ seguita da Cina (3.39m), Pakistan (2.13mln), Bangladesh (1.53mln) e Uzbekistan (1.23mln).

L’Italia è il terzo paese europeo per numero assoluto stimato di persone ridotte in schiavitù, dopo Turchia e Polonia. Il GSI, infatti, stima che in Italia vivano 129.600 persone schiavizzate, un numero dieci volte superiore a quello stimato per la Francia.

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Se insieme, india, Cina, Pakistan, Bangladesh e Uzbekistan pesano per quasi il 58% della stima , pari a 26,6 milioni di persone, come si è detto, il GSI dimostra che il fenomeno della schiavitù moderna è diffuso capillarmente e che colpisce anche il mondo sviluppato. Infatti, se l’Italia è il terzo paese in Europa per esposizione al problema, al 52°posto troviamo il Regno Unito e ciò sta ad indicare che le persone costrette in schiavitù possono trovarsi nei luoghi più insospettabili. Tuttavia il Regno Unito, nel 2015, ha introdotto il Modern slavery act e alcune misure legislative tese a far emergere i reati connessi a tale fenomeno, come specifiche restrizioni ai danni di soggetti riconosciuti colpevoli e condannati per il reato di traffico di esseri umani; la confisca dei beni dei trafficanti di uomini; la creazione di un “Commissario anti-slavery”; forme di tutela legale a difesa di soggetti che hanno commesso reati in stato di costrizione.

Si stima che dietro al fenomeno della schiavitù moderna vi sia un bussiness di circa 40 mld di dollari USA l’anno; si tratta del giro d’affari più redditizio dopo quello derivante dal traffico di stupefacenti e di armi.

Il traffico di esseri umani include lo sfruttamento della prostituzione, le adozioni illegali, il traffico di organi e tutti quei lavori sottopagati, umilianti o illegali nelle fabbriche, nelle aziende agricole, nelle strutture turistiche o nelle case private. I trafficanti di esseri umani possono attingere da un serbatoio di 60 mln di sfollati e 130 mln di rifugiati che lasciato il loro paese perché dilaniato dai conflitti interni, devastato da attentati terroristici o da catastrofi naturali dovute ai cambiamenti climatici. Queste cause sono tra i fattori che favoriscono la diffusione del fenomeno negli stessi paesi, che riducono l’efficacia delle misure anti-schiavitù o ne impediscono lo sviluppo e che, alimentando le migrazioni, ad esempio verso l’Europa, incrementano la tratta e il giro d’affari dei trafficanti che la praticano. Il bussiness criminale è alimentato da organizzazioni che hanno base in paesi in cui possono godere di qualche tipo di protezione da parte delle autorità locali.

Fonti

Avvenire.it, 31maggio 2016: Nel mondo ci sono 45 milioni di schiavi

Blogdieconomia.it, 06 giugno 2016: Schiavitù moderna: 46 milioni di schiavi nel mondo

La schiavitù esiste ancora, un fenomeno con un giro d’affari di quasi 139 miliardi di euro l’anno. Di Irene Falconieri

Il Messaggero.it, 03 giugno 2016: Almeno 40 milioni di schiavi nel mondo: summit in Vaticano sulla tratta di esseri umani. Di Franca Giansoldati

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