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I Minatori africani  fra scioperi, incidenti sul lavoro, morti ammazzati
E’ di questi giorni la notizia di un nuovo incidente mortale sul lavoro in Africa  Le vittime come sempre sono i lavoratori che, con la prospettiva di una migliore vita, sono costretti ad accettare lavori pericolosi e di fame nelle molte miniere organizzate e improvvisate.: Marikana rimane comunque l’esempio di cosa succede a questi lavoratori se chiedono migliori condizioni di lavoro, più sicurezza e incrementi salariali. La polizia o le guardie private non esitano a sparare.
Ricordiamo i 34 morti ammazzati di Marikana, in Sudafrica nel mese di settembre dello scorso anno.
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Ieri nella miniera d’oro di Jebel Amer, nel nord del Darfur sono rimasti  intrappolati nelle viscere della terra, a causa di un crollo, oltre un centinaio di minatori. In questo caso si tratta di una miniera illegale d’oro che è anche fonte di contenzioso tra comunità locali. Contenzioso che nel recente passato ha causato scontri armati con un centinaio di vittime.
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Le miniere illegali, nel continente africano, sono sparse un po’ dovunque :Congo, Mozambico, Ghana,Tanzania. Miniere che sono controllate e  sfruttate da persone senza scrupoli vicine a governanti corrotti o a militari che con le armi in pugno costringono bambini e giovani a scavare in condizioni a dir poco disumane.
Questo incidente del Darfur segue quello del mese di aprile accaduto in Ghana con 16 minatori morti. Anche in questo caso si trattava di una miniera d’oro illegale. In questo Paese africano, che è uno dei maggiori esportatori d’oro del mondo, molte delle operazioni di estrazione ruotano attorno ai “senza licenza” e per questo illegali ma finanziate da speculatori stranieri e criminali.
Non ci sono solo le miniere illegali. Nel Sudafrica, che ha alle spalle  più di 100 anni di storia mineraria, sono concentrate alcune delle più grandi multinazionali minerarie del mondo: Anglo American, Lomnin,  De Beers, Anglogold Ashanti, Gold Fields ,Amplats, Impala Platinum, per miniere alimentate da centinaia di migliaia di lavoratori provenienti dalle remote aree rurali del Sud Africa, ma anche e soprattutto dal Mozambico, Lesotho e Swaziland. In Sudafrica. L’Africa produce almeno il 60% dei metalli e dei prodotti minerari alcuni dei quali tra i più importanti del mondo. Sud Africa, Ghana, Zimbabwe, Tanzania, Zambia e Repubblica Democratica del Congo dominano l’industria mineraria del continente.
A livello mondiale si stima che  le compagnie minerarie impiegano 3,7 milioni di lavoratori. Con l’estrazione artigianale di piccola scala e  illegale, si calcolano altri 25 milioni di persone . Per ogni posto di lavoro diretto, regolare, è stato dimostrato, nascono 14 nuovi posti di lavoro indiretti.  Il settore minerario sudafricano impiegava, nel 2008, circa 570.000 lavoratori, il 7,8 % della forza lavoro del settore privato. Nella Anglo Gold Ashanti, il più grande produttore d’oro del Sud Africa, si ritiene che il 20-30% dei 30.000 della forza lavoro sia infetto da HIV .
I minatori  sono  uomini che stavano all’aperto e vivevano di agricoltura “condannati”   a vivere in profondità sotto la superficie. Un lavoro migrante per portare alla luce oro, diamanti, platino ma anche tubercolosi.  Joel Spicer del programma Stop TBC, dice che nel mondo muoiono  per tubercolosi 1,4 milioni di persone, il 40% delle morti sono concentrate in Africa. Oltre alla TBC ai minatori è associato anche un elevato tasso d’ infezione da HIV anche in questo caso concentrato soprattutto nel continente africano.  Si tratta di una vera emergenza per l’industria mineraria tant’è che la Anglo American che impiega circa 71.000 persone  solo in Sud Africa cerca di correre ai ripari fornendo programmi e trattamento gratuito per le persone affette da TBC.
 
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